Da ieri, 8 aprile, le forze americane sono dentro Bagdad.
Oggi dopo due giorni di conflitto i militari, il personale dei ministeri, la guardia repubblicana si sono resi irreperibili. Bagdad è una città senza governo.
Da stamattina la gente ha preso di mira i magazzini, i ministeri saccheggiando tutto: arredi, computers.
Qualsiasi cosa si poteva portar via é stata rubata.
La popolazione alle 16,45 del pomeriggio accoglie i carrarmati americani in Piazza del Paradiso, la stessa piazza centrale della capitale che ospita l'albergo Palestine, che ospita i giornalisti occidentali.
Davanti agli occhi dei media di mezzo mondo, dei giovani iracheni cercano di abbattere una delle più grandi statue del Rais, per dare un alto valore simbolico a questa giornata.
E' un mezzo blindato americano a dar man forte alla gente arrivata nella piazza per questa azione.
Prima di buttare giù la statua un militare americano mette sul faccia del Rais la bandiera americana, ma dal Pentagono arriva il contrordine e provvede a sostituirla con quella irakena.
Dopo diversi tentativi la statua cade tra gli applausi della gente di Bagdad.
Alcuni fazzoletti bianchi sono presenti sulle finestre dell'Hotel Palestine per ricordare i tre reporter morti ieri sotto gli spari di un tank americano.
Gli stessi giovani irakeni che avevano (senza grandi risultati) attaccato la statua se lo sono presa con alcune gigantografie presenti sulla facciata del Palestine. Anche se in questo momento non si può certo dire esista più delle sacche di resistenza, questa giornata passerà alla storia come il giorno della liberazione della città e la caduta del regime dittatoriale di Saddam Hussein.
E proprio sul destino del Rais non ci sono ancora notizie. 
In un primo momento si era ipotizzato che il presidente ormai deposto fosse ospite dell'ambasciata russa ma l'agenzia Interfax ha smentito questa notizia. Altri danno invece Saddam Hussein e i suoi figli nascosto in un altra città irachena (Tikrit) o addirittura già a riparo fuori del paese.
Tra le voci di oggi anche la testimonianza di chi l'ha visto salire su un autoambulanza per scappare in maniera inosservata dalla città. 
Ma la guerra non é finita: la situazione nel nord dell'Iraq non é certo definita, e Bassora seppure liberata dagli inglesi: non ha un governo; tutti coloro che avevano un ruolo nella vita pubblica: dal sindaco fino ai vigili del fuoco sono scomparsi, la città quindi é nel caos più assoluto e i soldati britannici oltre che ad occuparsi di rifocillare la popolazione ricoprono anche il ruolo di polizia locale.

La redazione del Porto 09.04.03 

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