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E' partito Sanremo
Molti, troppi momenti di spettacolo. Livello delle canzoni decisamente buono.
Nei giovani passano il turno: Giua, Frank Head, Milagro e Sanzotta. Funziona l'accoppiata Baudo - Chiambretti.

L'edizione 58 inizia con una splendida interpretazione di Gianni Morandi, nell'anniversario di quel "Volare" che 50 anni cambiò la musica italiana diventando una delle canzoni più amate e conosciute in tutto il mondo.
Un modo per rendere ancora una volta omaggio all'indimenticato Domenico Modugno.
Ad accogliere il pubblico ci ha pensato Piero Chiambretti, sorpreso dall'invasione degli ultrabaudi, 12 cloni del Pippo Nazionale, a rappresentare le 12 edizioni già presentate del Festival.
Primo campione a scendere nell'arena é stato Paolo Meneguzzi con "Grande", finalmente ha cambiato registro e affidandosi a Gatto Panceri per i testi, hit radiofonica sicura.
 

Subito dopo é toccato a L'Aura, bella voce, e bello anche il brano anche se la ragazza ricorda fisicamente e nella voce Elisa.
Cutugno fa un buon rientro, con "Un falco chiuso in gabbia", fedele a se stesso negli arrangiamenti ma con un testo più maturo.
La "Rivoluzione" di Frankie Hi nrg é un rap di grande effetto con un testo sferzante e sincero, una ventata di realtà.
Fabrizio Moro, dopo aver vinto l'anno scorso nella categoria giovani con "Pensa" si ripresenta "campione" con una declinazione non più impegnata ma sentimentale, ma con la sua voce graffiante tocca il cuore.
La tanto attesa Anna Tatangelo con il brano dedicato ad un amico gay scritta dal suo compagno d'Alessio convince poco.
Michele Zarrillo con "L'ultimo film insieme" ha proposto una canzone che forse va riascoltata e di minore impatto rispetto ad altre del suo bel repertorio.
Raffinato ed etnico il canto "Grande sud" di Bennato con il fascino della taranta.
Bella la ballata "telefonica" del "Solito sesso" di Max Gazzè.
Ha chiuso il girone dei campioni a mezzanotte e quaranta Francesco Tricarico una canzone forse poco adatta al festival ma bella.
Per i giovani segnaliamo i Melody Fall (da Myspace a Sanremo, passando dal Giappone) con una canzone fresca, energica, orecchiabile; così come meritano una menzione i Frank Head con Parà Parà Ra Rara, ironici e originali con un clima da rock balcanico (come ha introdotto Chiambretti), Giua "Con tanto non vengo" e Valerio Senzotta con "Novecento". Daniele Battaglia (figlio di Dodi dei Pooh) ha cantato "Voce nel vento" con qualche stonatura di troppo... che non é piaciuta nemmeno alla giuria...ma si rifarà.
 

Lo show va detto resta troppo lungo, sarebbe bastato Verdone e Kravitz come spazio per lo "spettacolo" e lasciare spazio invece all'ascolto delle canzoni in gara.
Carine le trovate di Brachetti, assolutamenti inutili il collegamento di Pierino dalla casa di Sanremo, le interviste di Baudo alla bella e simpatica ungherese Andrea Osvart così come il secondo balletto con Chiambretti sognante.
Lo show va "sfoltito" e ricomposto ma va detto che Baudo dimostra di essere un araba fenice capace di modularsi e reinventarsi.
EG 26 febbraio 2008

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I nostri approfondimenti: Aspettando Sanremo, la scenografia del Maestro Castelli, i campioni in gara
 

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